Parlare di codice fiscale aziendale sembra qualcosa di lontano dalla nostra forma mentis, anche perché istintivamente siamo indotti ad associare l’idea del codice fiscale a una serie di dati anagrafici che indicano, per esempio, la data di nascita ed il sesso di una persona, per cui riesce francamente difficile riuscire a trasferire questi concetti a un’azienda.
Eppure, è proprio così, anche le aziende hanno un codice fiscale, perché devono avere un’identità che consenta di inquadrarle giuridicamente e, per essere inserite nel Registro Imprese, devono essere dotate oltre che di una Partita IVA anche di un Codice Fiscale, sebbene, come vedremo, a volte ci sia una coincidenza tra questi due elementi.
Come ben sappiamo il codice fiscale viene attribuito alla nascita a tutte le persone fisiche nate in Italia ed agli stranieri che hanno deciso di vivere stabilmente nel nostro territorio. Solo l’Agenzia delle Entrate può rilasciare e validare questo documento. Il meccanismo di calcolo è abbastanza complicato ma, per fortuna, esistono in rete appositi siti che permettono di calcolarlo semplicemente online. In questo sito puoi calcolare il codice fiscale mentre qui, invece, trovi un approfondimento su come viene generato il codice fiscale delle persone fisiche.
Caratteristiche del C.F. aziendale delle società
Per essere precisi, però, dobbiamo dire che per alcune imprese, nell’ottica della semplificazione, invece di generare un codice fiscale si tende a farlo coincidere con la Partita IVA, in realtà, però un simile iter si segue solo ex novo per determinate categorie, vale a dire, società di persone (S.S., S.N.C. e S.A.S.) e di capitali (S.P.A.). Sicuramente, a questo punto, potrebbe sorgervi un dubbio: come è possibile la coincidenza tra codice fiscale e Partita IVA? Non sono due cose diverse tra di loro?
Ebbene, anche a questo proposito, un chiarimento è d’obbligo. La partita IVA si compone di 11 cifre, naturalmente, in questa successione di numeri, c’è un principio sotteso, un ordine da decodificare che ci fa capire quanto avesse ragione Pitagora ad esaltare la perfezione armoniosa del numero, posto a principio persino dell’architettura cosmica! Vediamo come si compone in pratica il numero di partita iva
- I primi 7 numeri indicano il numero di matricola che viene assegnato da un organismo istituzionale ben preciso, vale a dire, l’ufficio provinciale. Quali sono i criteri che ispirano la creazione di un numero di matricola? Risalire alle radici del procedimento è veramente interessante: si crea, infatti, una sorta di catena tra il codice precedente e quello successivo, per cui si incrementa di un’unità il numero che è stato attribuito all’azienda precedente. Insomma, un lavoro di precisione, sempre su base numerica, perché alla base della partita IVA o del codice fiscale c’è sempre l’idea di un codice creato sulla base di criteri precostituiti. D’altronde, non potrebbe essere diversamente, ogni aspetto della realtà che ci circonda prevede che ci sia la condivisione di regole d’interpretazione univoche ed il codice fiscale aziendale non fa veramente differenza.
- Procediamo nella nostra analisi della sequenza numerica che, come abbiamo detto, è identica per il codice fiscale e la partita IVA, ed esaminiamo quella che è la funzione dell’ottavo, del nono e del decimo numero in cui si racchiude un codice ben preciso, vale a dire, quello dell’ufficio IVA provinciale da cui è stata rilasciata la matricola. Questo ci fa capire chiaramente come i numeri non vengano assolutamente scelti a caso, non sono sequenze elaborate per mera associazione, ma c’è una corrispondenza con qualcosa di ben preciso, e, in questo caso, il codice non è altro che quello corrispondente all’ufficio IVA provinciale che ha assegnato la matricola, la quale a sua volta corrisponde al codice ISTAT della provincia.
- Il procedimento sembra complicato, ma, in realtà, è come una sorta di catena di montaggio in cui ogni azione è improntata a regole convenzionalmente istituite e seguite e, se per noi poveri mortali queste logiche appaiono astruse, pazienza. L’undicesimo numero è una sorta di numero sentinella che ha una funzione di controllo, in quanto persegue l’obiettivo di verificare se le prime dieci cifre sono corrette.
Codice fiscale impresa individuale
In questo caso, le regole cambiano, perché si parte dal presupposto che si crei una sorta di identificazione tra l’azienda e il suo titolare e allora? Come far sì che questo legame diventi una sorta di unità inscindibile anche a livello fiscale? La risposta è semplice, in questo caso, si sceglie la strada più semplice e ovvia, per cui il codice fiscale dell’azienda viene a coincidere con quello del titolare stesso dell’azienda, e, sicuramente, non c’è niente di più giusto, perché è innegabile che un’azienda non sia un organismo automatizzato, programmato per andare per conto suo, ma un’azienda è fatta dalle persone che la compongono e, quindi, nel caso di un’impresa individuale, il titolare e la sua azienda diventano un unicum, una sola cosa ed è quindi consequenziale che il codice fiscale sia lo stesso.
Verifica del codice fiscale aziendale
Anche nel caso delle aziende non sempre ci sono situazioni lineari, proliferano le imprese non regolarmente registrate e individui senza scrupoli non esitano a falsificare il codice fiscale, pur di riuscire a concludere determinati affari a discapito, ovviamente, delle persone che si lasciano ingannare dalla falsa credibilità che un’azienda si attribuisce.
Come evitare che i truffatori riescano a spacciare le proprie imprese fasulle per aziende serie? Il modo c’è, per fortuna, ovviamente, nel caso delle imprese individuali è molto semplice, perché si tratta solo di verificare l’esistenza del codice fiscale del proprietario, naturalmente è opportuno procedere anche a una serie di verifiche più mirate, ma nella maggior parte dei casi questo solo indizio può bastare.
Se, invece, disponiamo dei dati identificativi di una società, neanche in questo caso, il problema sussiste, eh, sì, possiamo veramente affermare che sono tempi duri per i “soliti ignoti” di turno che tentano di carpire la buona fede delle persone. Anche in questo caso, infatti, è possibile controllare la veridicità dei dati forniti attraverso un controllo sul web, testando la correttezza della partita IVA. Se proprio volete la cosiddetta prova del fuoco, non dovete far altro che collegarvi al servizio istituito dall’Agenzia delle Entrate e il gioco è fatto. Nessuna partita IVA falsa potrà più essere utilizzata, basta un semplice controllo web per non incorrere in seri pericoli di maxi o mini truffe ai danni dei cittadini.