Fino a qualche anno fa regnava una certa confusione su quali requisiti fossero necessari per intraprendere l‘attività di amministratore condominiale, una figura professionale che ricopre un ruolo importante all’interno di un condominio.
Cosa prevede la nuova normativa
La legge 220/2012 ha definito in maniera dettagliata i requisiti, con l’obiettivo di rendere l’amministratore una vera e propria figura professionale, con tanto di responsabilità e attribuzioni specifiche.
Questa nuova legge rende di fatto l’amministratore una figura indispensabile per la gestione di determinati spazi abitativi. I residenti di uno stabile con più di otto condomini hanno l’obbligo di dotarsi di una figura amministrativa che si occupi della gestione dell’intera struttura.
Il corso di formazione
Il regolamento 140/2014 ha definito, invece, l’obbligo di formazione specifica per diventare amministratore, oltre a quello di seguire dei corsi periodici di aggiornamento.
Dunque chi decide di diventare amministratore condominiale deve innanzitutto frequentare un corso abilitante alla professione. Di solito questa formazione ha una durata di almeno 72 ore, all’interno delle quali sono previste lezioni teoriche ma anche esercitazioni di tipo pratico.
Durante il corso si apprendono nozioni giuridiche, contabili, gestionali e tecniche riguardo le problematiche che si possono incontrare in un condominio. L’acquisizione di tali competenze deve essere verificata con un esame finale; anche se le lezioni sono state seguite on line, è obbligatorio svolgere l’esame in una specifica sede fisica.
Quanto bisogna investire per diventare amministratore
I prezzi dei corsi di formazione sono variabili, in linea di massima possono superare anche i mille euro. Bisogna pensare che si tratta di un investimento su una fonte di guadagno futura. È consigliabile affiliarsi a qualche associazione che sia specializzata nella gestione dei condomini, in modo da essere sempre aggiornati sui cambiamenti delle normative e sugli obblighi relativi a corsi di aggiornamento.
Per la gestione amministrativa a volte è necessario un software specifico che potrebbe costare anche 400 euro, ma questo dipende dai casi, a volte tale sistema è già presente nel condominio e il problema non si pone.
Essere un buon amministratore
Un altro requisito importante è il possesso del diploma di scuola secondaria superiore. Ovviamente non bisogna avere precedenti penali o aver avuto alcun tipo di problema con la giustizia.
Una volta superato l’esame finale del corso, che appura la conoscenza di tutta la normativa sulla gestione di un condominio, occorre aprire una partita Iva se non se ne è già in possesso.
I requisiti caratteriali completano il quadro di quello che fa un buon amministratore: ottime doti gestionali, elevate capacità organizzative e una buona propensione alla risoluzione dei problemi. Quest’ultimo, anche se può sembrare banale, è l’aspetto di gran lunga più decisivo in questo mestiere; i litigi tra gli abitanti di un condominio sono purtroppo molto comuni e spetta all’amministratore svolgere una proficua attività di mediazione.