In seguito alla pandemia da Coronavirus, che purtroppo ci troviamo ancora a vivere, nei centri di riproduzione medicalmente assistita, la cui attività è stata sospesa durante il lockdown, è mutato il già articolato iter procedurale.
In sintesi, si è privilegiata la consulenza on line e malgrado la particolare situazione le coppie hanno mantenuto una certa positività.
Pandemia e fecondazione assistita
Con l’inizio della fase 2, il Centro Nazionale Trapianti supportato dal Registro PMA dell’Istituto Superiore di Sanità, ha dato il via libera per la ripresa in totale sicurezza dei processi di fecondazione assistita.
Di recente il dott. A. Guglielmino, presidente per l’area ginecologica della SIRU, ha affermato che per via della pandemia le coppie che hanno fatto ricorso alla fecondazione assistita si sono sentite in un certo senso abbandonate e molto in ansia per via del crescente timore di perdere la possibilità di procreare.
Tuttavia, secondo i dati raccolti, egli afferma che rispetto all’anno scorso è stato registrato un aumento di circa il 20% di coppie che si sono rivolte ai vari centri per la Procreazione Medicalmente Assistita.
In merito al nuovo scenario sulla fecondazione assistita post pandemia, il dott. Guglielmino ha affermato che il vigente protocollo di sicurezza prevede ancora prima che le coppie arrivino nel centro, un percorso specifico.
Tale iter prevede che circa una settimana prima dell’accesso nella struttura sanitaria, la coppia prenotata, venga contattata via web o via telefono al fine di compilare un questionario circa lo stato di salute dei pazienti che poi andrà inviato al centro.
In merito al rapporto e gli effetti della pandemia e la fecondazione assistita, il dottor Salvatore Ronsini, direttore del Centro di Procreazione Medica Assistita San Luca, ha dichiarato che il Coronavirus non ha inciso in alcun modo sul forte desiderio di avere un figlio da parte delle coppie.
Egli ha affermato che la motivazione ad avere un figlio è così forte da oltrepassare la pausa di essere contagiati in ospedale.
Il presidente dell’Istat Carlo Blangiardo, in una recente un’intervista ha affermato che le preoccupazioni legate al coronavirus unito all’incertezza lavorativa hanno spinto le coppie a rimandare la scelta di avere un figlio, mentre il direttore di CFA-Italia, il professor B. Dale, ha dichiarato che è stato registrato un incremento di procedure di fecondazione assistita di circa il 50% rispetto allo scorso anno.
Le misure di sicurezza adottate nei centri
In merito alle misure di sicurezza messe in atto nei centri di fecondazione assistita, per contrastare la pandemia, in base a quanto ha dichiarato il dottor Guglielmino all’ingresso della struttura sanitaria a tutti i pazienti viene dapprima misurata la temperatura corporea e poi viene misurata la saturazione di ossigeno.
Inoltre, ai pazienti vengono dati tutti i necessari dispositivi di protezione personale: la mascherina, la cuffia, i guanti e i calzari.
Oltre al rispetto della distanza di sicurezza prevista per legge, nelle sale di attesa, per evitare raggruppamenti sono state riorganizzate le attività in base a specifici turni.
Nonostante attualmente tutti i centri di fecondazione assistita abbiano riaperto, circa il 40% delle coppie preferisce che le consulenze di tipo informativo, psicologico e genetico, siano fatte tramite videoconferenze.
In merito alla ripresa delle procedure di fecondazione assistita post pandemia, Rocco Rago, il direttore del Centro di sterilità e banca di ovociti dell’Ospedale Sandro Pertini di Roma, ha voluto rasserenare le donne in età avanzata che sono rimaste in stand-by nel periodo di emergenza coronavirus in quanto adesso avranno l’assoluta priorità.
A tal riguardo, Rago ha affermato che il centro del Pertini è ripartito con una modalità di consulto telematica, grazie ad una piattaforma realizzata per le coppie che vogliono avere un bambino a cui viene associata una cartella informatizzata, ciò risponde alla duplice esigenza di evitare assembramenti nel centro e per agevolare le coppie infertili che si trovano fuori dalla regione.